Il Pino Laricio
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Una vera e propria peculiarità calabrese sono le mitiche selve di Pino Laricio, attualmente estese per circa 80.000 ettari, in modo sostanziale sull'area tirrenica (ed è presente anche in Corsica).
Il Pino Laricio fu anticamente utilizzato soprattutto per ricavarne la "pece brutia", una sorta di colla, estratta attraverso delle incisioni sulla corteccia ed usata come sostanza aromatica e nella cosmesi.
Le foglie sono a forma di Ago di colore verde scuro, e gli aghi sono lunghi anche una decina di centimetri. Solitamente si presentano in forma sottile formando palchi di fronde terminali caratteristicamente espansi.
Il tronco è più slanciato rispetto al pino nero, raggiungendo mediamente i 35 metri di altezza ma potenzialmente può superare anche i molto i 40–50 metri. Rispetto al pino nero, il legname fornito è di una qualità superiore.
A Gallopane, nella Fossiata e soprattutto nella Sila Grande, ma anche in Aspromonte, la foresta è fitta ed impressionante, con alberi dal tronco slanciato e altissimo, che si elevano imperiosi su un terreno fittamente cosparso di aghi che poggia su rocce di granito.
L'esempio dell' "antica selva calabrese" è proprio la foresta dei "Giganti della Sila" nella valle del Fallistro , dove ci sono circa 50 esemplari di pino laricio che raggiungono i 40 metri di altezza e i 2 metri di diametro.